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riesamina del mandato d'arresto

La riesamina del mandato d’arresto

In cosa consiste la riesamina del mandato d’arresto

Nel corso di un procedimento penale che si trova ancora nella fase delle indagini, se il giudice competente (l’Ermittlungsrichter) ritiene che lo stato di libertà dell’indagato possa arrecare pregiudizio all’ordinato proseguimento del procedimento – perché vi è il pericolo che fugga, che comprometta le prove, o perché sia già fuggito o sussista il pericolo di recidiva – può emettere un mandato d’arresto, in virtù del quale l’indagato sarà sottoposto alla misura di prevenzione della custodia cautelare in carcere. Contro questo mandato d’arresto l’interessato ha un mezzo giuridico che può attivare tramite il proprio difensore: la richiesta di riesamina del mandato d’arresto. Quando egli ritenga che le condizioni che hanno motivato la sottoposizione a custodia cautelare non sussistano più, o non siano mai esistite, può chiedere al giudice di revocare la misura della custodia cautelare. Si tratta di una procedura prevista dai §§ 117 e 118 del codice di procedura penale tedesco, e la richiesta può essere inoltrata in qualsiasi momento, fintanto che l’interessato si trovi in custodia cautelare. Il giudice competente a decidere sulla richiesta è, come anticipato, il giudice delle indagini preliminari, e alla procedura prendono parte, oltre a quest’ultimo, l’interessato con il suo difensore e, di norma, il Pubblico Ministero che dirige le indagini.

Dato interessante, il diritto alla riesamina dell’arresto è uno dei più antichi ad essere garantito al detenuto, in quanto ha fatto la sua prima comparsa in Inghilterra già nel 1679. Oggi è previsto e garantito anche a livello europeo dall’art. 5 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo.

La procedura

La riesamina del mandato prende avvio con la richiesta formulata dal difensore dell’interessato alla revoca della misura nei confronti del giudice; l’istanza può essere presentata in ogni momento, fintanto che l’indagato si trovi ancora in custodia cautelare. Entro due settimane dalla presentazione della richiesta il giudice fissa l’udienza per la decisione. All’udienza partecipano il giudice investito della richiesta, l’interessato, il suo difensore e il PM. La decisione viene presa o direttamente al termine dell’udienza o, al più tardi, una settimana dopo. Nell’udienza il difensore espone le ragioni per cui debba ritenersi che la misura non è più adeguata, poiché le ragioni che l’avevano motivata non sussistono più, o non sono mai sussistite. È importante per l’interessato dotarsi già in questa fase di un buon difensore, specializzato nel diritto penale, che sappia illustrare al cliente le opzioni percorribili e che possa assisterlo adeguatamente nella procedura di riesamina. Tutte le parti presenti vengono sentite dal giudice nel corso dell’udienza, il quale al termine della stessa o, come già accennato, entro una settimana, deciderà se mantenere la custodia cautelare o revocarla. Nel caso in cui decida di revocarla è possibile, se non probabile, che decida di applicare in sostituzione un’altra misura di prevenzione, meno incisiva, come ad esempio l’obbligo di firma o il sequestro del passaporto; si tratta in entrambe i casi di misure adottate allo scopo di limitare la libertà di movimento dell’indagato, così da arginare il rischio di una sua fuga, una volta riconquistato lo stato di libertà. Un’altra possibilità è che il giudice fissi una cauzione per la remissione in libertà dell’indagato, che avverrà dunque contestualmente al pagamento della somma stabilita.

Prospettive di revoca della custodia cautelare

È difficoltoso stabilire anticipatamente la verosimiltà o meno di un accoglimento della richiesta da parte del giudice. L’esito della procedura dipende da molti fattori, legati ai fatti per cui l’autorità procede, alla personalità dell’indagato, al suo passato criminale e al modus operandi del giudice procedente. L’istanza ha possibilità di successo materiale quando le condizioni che avevano giustificato la detenzione in attesa di giudizio non erano soddisfatte al momento dell’arresto o non sono più soddisfatte al momento della richiesta, o anche quando il mandato d’arresto presenti altri difetti sostanziali. Nella prassi è piuttosto complesso ottenere una revoca del mandato d’arresto, e di norma il giudice tende a mantenere la misura della custodia cautelare. Tuttavia, in determinati casi e dotandosi di un difensore esperto, è possibile a certe condizioni ottenere tale revoca, e ottenere così che l’indagato venga sottoposto, in attesa del giudizio, a misure meno restrittive della propria libertà personale, che gli consentano di passare più tempo con i propri affetti e di predisporre la propria difesa nel processo insieme al proprio avvocato in un ambiente più neutrale, che non sia il carcere.

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