La difesa nel procedimento penale
Il ruolo principale dell’avvocato penalista è quello di prestare assistenza legale al suo cliente, il quale si trova ad essere sottoposto al procedimento penale, sia esso ancora nella fare preliminare delle indagini o in quella processuale che segue il rinvio a giudizio. Nel suo ruolo di assistenza, il difensore presta una collaborazione di natura tecnica: egli diviene, una volta fornito della procura alle liti da parte del cliente, la bocca e l’orecchio giuridico di quest’ultimo. Egli difende i diritti e gli interessi dell’imputato dinnanzi all’organo requirente, che ne sostiene invece l’accusa, e all’organo giudicante, che deciderà sull’eventuale colpevolezza o innocenza del presunto reo. Tale difesa si concreta nella rappresentanza processuale, mediante la quale il difensore diviene il “braccio” processuale del cliente, e attraverso il quale quest’ultimo può far valere le proprie ragioni dinnanzi al giudice. Il compito fondamentale del difensore, indipendentemente dalla natura del reato commesso e dal soggetto assistito, è quello di assicurare la miglior tutela possibile degli interessi e dei diritti del cliente, affinché la finale decisione dell’organo giudicante sia conforme non solo a giustizia, ma anche agli interessi di natura prioritaria del proprio assistito. Nell’ambito dello svolgimento del processo, il difensore deve essere in grado di mostrare dinnanzi al giudice gli elementi e le prove a discarico del proprio cliente, attraverso diversi mezzi e a seconda dello stato di avanzamento del processo, delle prove richieste e della posizione rivestita dal proprio cliente alla luce dei risultati delle indagini.
Difesa a 360 gradi
Un buon avvocato difensore sa bene quanto sia importante agire in tempi brevi ed iniziare ad attuare la propria difesa già nella fase delle indagini preliminari. Può accadere infatti, quando un cliente indagato è ben assistito dal proprio avvocato nell’acquisizione dell’interrogatorio da parte del PM o di altri mezzi di ricerca della prova, e quand’anche le prove non siano di per sé sufficienti a sostenere l’accusa in dibattimento, che il PM proceda per l’archiviazione, e che quindi non si giunga all’instaurazione del processo. Ecco perché è fondamentale, al contrario di come troppo spesso si crede, dotarsi di un bravo avvocato non appena si sappia, o si abbia anche solo il sospetto, di essere soggetto ad indagini da parte dell’autorità giudiziaria. Una buona difesa può non solo contribuire ad evitare una condanna ma, quando questa sia inevitabile, può aiutare ad abbassare la pena; attraverso l’attività svolta dal difensore durante le indagini preliminari si può in alcuni evitare del tutto che il processo abbia luogo.
Difesa nel processo
Qualora si giunga a processo, è qui che l’avvocato metterà in atto la propria strategia difensiva. Il dibattimento è spesso la prova del nove di una buona attività di difesa. Qui il difensore, per conto del proprio cliente e nel suo interesse, richiederà l’ammissione di prove, di testimoni, di consulenze tecniche e presenterà osservazioni e obiezioni; il tutto allo scopo di fornire prove a discarico e di contestare l’accusa, promossa dal pubblico ministero davanti al giudice. Rispetto all’organo di pubblica accusa il compito del difensore è dunque quello di attuare una contrapposizione dialettica, ogni tal volta che la verità che il PM sta accertando processualmente non rispecchi integralmente la verità reale o non rispetti, per intero o anche solo parzialmente, gli interessi del proprio cliente, anche e soprattutto quando vi siano numerosi, ma soprattutto gravi, indizi di colpevolezza a suo carico. È bene sottolineare tuttavia che tale contrapposizione dialettica non può trasformarsi in uno scontro fine a se stesso: lo scopo del difensore è attuare una difesa che sia nel migliore interesse del proprio cliente, e ciò significa anche evitare motivi di inimicizia con il pubblico ministero, o con il giudice. Ulteriore compito dell’avvocato tedesco, in qualità di organo indipendente del sistema giudiziario, è quello, peculiare rispetto al sistema italiano, di operare un controllo organico sulla corretta amministrazione della giustizia.
Il cliente dal lato suo, affinché possa contare su una buona difesa processuale, deve collaborare con il proprio difensore, comportandosi nei rapporti con lo stesso con onestà intellettuale e trasparenza: tanti più elementi utili esso fornirà al proprio avvocato, quanto più questo potrà agire per la tutela degli interessi dello stesso.
La documentazione difensiva
Una buona difesa dipende imprescindibilmente dalla conoscenza dettagliata dei fatti oggetto del procedimento da parte dell’avvocato. Già dal primo incontro con il cliente, è necessario che il difensore sia in grado di acquisire quantomeno un quadro generale dell’intera questione, per poter operare poi la propria attività di sussunzione, che consiste nella riconduzione di fatti della realtà nelle categorie giuridiche del diritto penale: in termini più semplici si tratta di capire cosa è accaduto per poterlo categorizzare in una o più fattispecie di reato. Tutto ciò che il cliente fornisce all’avvocato – o meglio, tutto ciò che egli fornisce e che abbia una minima rilevanza giuridica nella questione – va a comporre la documentazione difensiva, che verrà poi in un secondo momento ampliata dal difensore stesso, attraverso ricerche su indirizzi giurisprudenziali utili ad escludere la responsabilità penale del proprio assistito, attraverso la redazione di eventuali memorie difensive e di eventuali istanze, che possono riguardare sia la fase processuale che quella cautelare: si pensi al cliente che si trovi in carcere sottoposto a custodia cautelare; in questo caso il suo difensore valuterà la possibilità, se ne sussistono i presupposti giuridici, di richiedere al giudice la scarcerazione.
È importante in quest’ottica che il cliente instauri un rapporto di fiducia con il proprio difensore e che riferisca allo stesso tutti gli aspetti rilevanti della questione che lo vede coinvolto.
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