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Decreto penale di condanna - Strafbefehl

Il decreto penale di condanna

Cos’è un decreto penale di condanna

Il provvedimento tedesco che equivale al decreto penale di condanna italiano prende il nome di Strafbefehl. In buona sostanza si tratta di una condanna vera e propria la cui particolarità è quella di essere irrogata prima dell’instaurazione del dibattimento, ovvero del processo penale vero e proprio. Il procedimento per decreto penale di condanna viene richiesto al giudice competente dal PM che dirige le indagini, soltanto nei casi in cui ci si trovi di fronte a fatti di criminalità lieve e quando, valutato l’esito delle indagini, egli ritenga non necessario procedere all’istruzione dibattimentale, in quanto la colpevolezza del soggetto per cui si richiede la condanna risulta evidente già in questa fase preliminare. Il decreto penale di condanna, qualora non si eserciti opposizione entro i termini stabiliti, passa in giudicato e diviene esecutivo. Ciò significa che si tratta di una condanna a tutti gli effetti, che viene applicata senza aver proceduto a sentire le parti in dibattimento. Nel processo ordinario la colpevolezza dell’imputato viene stabilita dal giudice al termine di un contraddittorio orale tra le parti, cosa che invece non avviene nel procedimento per decreto penale di condanna. Lo Strafbefehl non può essere richiesto sempre dal PM, infatti può essere ammesso dal giudice solo per reati minori, che siano cioè puniti con una pena pecuniaria o con una pena detentiva il cui minimo è inferire ad 1 anno.

Il procedimento

Il procedimento per decreto penale di condanna segue un iter prestabilito. Inizia con la richiesta del PM di emissione del decreto rivolta al giudice competente; quest’ultimo ha diverse possibilità. Qualora egli ravvisi l’esistenza di prove sufficienti per la condanna, accoglierà la richiesta del PM ed emetterà il provvedimento. Qualora le prove a carico dell’indagato non siano invece sufficienti, il giudice rigetterà la richiesta del PM con ordinanza. Egli può fissare invece l’udienza per il dibattimento se ritiene di non poter decidere senza far luogo ad istruzione dibattimentale oppure se ritiene che il fatto contestato all’indagato debba essere giuridicamente qualificato diversamente rispetto a quanto risulta dalla richiesta di emissione del decreto penale di condanna. In questo ultimo caso, alla citazione a giudizio deve essere allegata una copia della richiesta del PM. Qualora il giudice opti per l’emissione del decreto, dovrà con lo stesso assegnare un difensore all’imputato, qualora egli ne sia privo. Una particolarità del sistema tedesco rispetto a quello italiano è quella di consentire al PM di richiedere il decreto penale di condanna anche dopo l’apertura del dibattimento, ma soltanto qualora L’imputato non compaia senza giustificato motivo. Quando il giudice emette il decreto di condanna, il provvedimento deve contenere determinate informazioni, ovvero: le generalità dell’imputato, il nome del difensore – d’ufficio o di fiducia -, il fatto contestato all’imputato con indicazione del tempo e del luogo di commissione dello stesso e la qualifica giuridica, le norme di legge applicate, le prove a carico dell’imputato, la pena o le pene irrogate e l’avvertimento che l’imputato ha la facoltà di proporre opposizione, con indicazione dei termini e delle modalità.

Come difendersi da un decreto di condanna

Se ci si vuole difendere da un decreto penale di condanna è fondamentale agire in tempi brevi, poiché una volta passato in giudicato, questo non potrà più essere impugnato e la condanna diverrà definitiva. Il legislatore tedesco mette a disposizione dell’imputato lo strumento dell’opposizione, che egli può azionare, personalmente o tramite il proprio difensore, entro il termine di due settimane dalla notifica del provvedimento. È importante in questa fase fornire l’incarico ad un avvocato specializzato nel diritto penale, che conosca bene la procedura e sappia analizzare gli atti in tempi brevi, come sono quelli forniti per opporsi alla condanna. Una volta presentata l’opposizione, purché sia stata proposta entro i termini e sia ammissibile, il giudice fissa l’udienza per il dibattimento. Nell’udienza l’imputato ha la possibilità di farsi rappresentare tramite procura speciale dal proprio difensore, il quale potrà esporre al giudice le prove a discarico del proprio assistito, che ne dimostrino la mancata o ridotta responsabilità penale per i fatti in oggetto. Infatti, con il consenso dell’imputato, si può dar luogo alla lettura delle deposizioni di testi che hanno già deposto, delle relazioni di consulenza tecnica redatte dai periti, dei documenti che contengono dichiarazioni rilasciate dagli stessi, di eventuali certificati medici o di analisi di laboratorio. Il giudice deciderà dunque sulla questione.

Il decreto penale di condanna, una volta decorsi i termini per proporre opposizione, è equiparato ad una sentenza di condanna passata in giudicato, e quindi la condanna può giungere in un momento molto anteriore rispetto a quello in cui avviene normalmente, ovvero al termine del processo. La irrogazione di una condanna penale in una fase così anticipata del procedimento può in certi casi compromettere non trascurabilmente la possibilità di dimostrare la propria minore responsabilità penale dinnanzi al giudice. È importante pertanto che l’imputato si doti di un difensore esperto nel diritto penale, che sappia assisterlo e far valere i suoi interessi in una fase così delicata e decisiva del processo.

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